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Shkodra, Albania - 2015 / C'è un solo colore che invade il paesaggio, ma le sfumature sono milioni. La semplicità è complessa.
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Trieste - 2014 / 'è una strada in salita, che dal mare porta alla collina. E c'è un buffo disegno: una balena stanca e desolata. Com'è difficile lasciare i propri luoghi, è davvero una gran fatica... patumf!
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San Matteo delle Chiaviche (MN) - 2016 / C'è una vite americana che si arrampica tenacemente su di un muro grigio e cupo, stranamente verso un solo lato. A volte bisogna prendere una direzione netta.
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Sulmona, Abruzzo - 2015 / C'è un vecchio muro scrostato da ripitturare, e ci sono diverse opzioni per farlo. Capita nella vita di trovarsi di fronte a una scelta il cui esito è vago: solo leggermente immaginabile da un pezzetto appena visibile di futuro.
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Arezzo - 2014 / 'è una cornice barocca vuota, sopra ad un vecchio muro scrostato. Mi spinge a pensare che fare arte è dare ai muri un significato migliore.
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Appennino Ligure - 2016 / C'è un giocattolo lasciato lì e una casa abbandonata. Cambiano rapidamente le cose di cui abbiamo necessità.
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Randazzo, Sicilia - 2013 / Ci son due mutandoni ad asciugare al sole. Come bandiere, sventolano al confine dell'intimità.
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Alberese (GR), 2016 / Ci sono alberi morti portati dall'acqua verso il mare. E c'è stato chi li ha spostati, uniti, sovrapposti, trasformandoli in opera d'arte a cielo aperto. E poi ci sono il tempo, l'acqua, il vento, che quell'opera han fatto crollare, che riporteranno tutto alle origini. Ma in questa situazione di mezzo è bello osservare la natura e il tentativo infinito, dell'uomo, di darle un senso.
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Zagabria - 2016 / C'è un finestra con robe vecchie. Radio, TV, un libro e una macchina fotografica. C'è una finestra un po' sporca e appanata. Non ti fa guardar fuori, ma dentro. Come un cassetto, contiene qualcosa di noi.
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Krems, Austria - 2016 / Ci sono due occhi in vetrina abbandonata, che spuntano da un poster caduto e arrotolato su se stesso. Siamo tutti in vetrina oggi e osserviamo i nostri simili in vetrina, nelle schermate dei social network. Ma spesso siamo così: senza bocca, senza voce, ripiegati: tanto visibili quanto silenziosi.
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Arezzo - 2013 / C'è una giostra ferma, in una giornata di nebbia. Il sorriso di plastica di un bruco-treno è appena visibile da sotto un telo. Quando tutto corre veloce ogni cosa ci appare scintillante, è quando ci si ferma, quando si osserva veramente, che è più facile percepire un'inquetudine.
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San Fabiano, Arezzo - 2015 / C'è un fiero leone all'ingresso di una villa storica. Un leone ormai quasi cieco: l'edera, viva e forte, ne ha ormai occultato gli occhi, prendendosi gioco della sua staticità.
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Strada Porretana (PT-BO) - 2013 / C'è un misero triangolo d'asfalto a bordo strada. Ma c'è anche qualcuno che lo ha reso più vivibile: una seggiola, un termometro, un fiore, un vaso, mollette colorate e la carta moschicida. Non importa quanto spazio, e forse neppure dove: spesso, ad essere importante, è il come.
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Santa Maria in Carda (AR) - 2015 / Ci sono due vecchi sci rossi, messi in un angolo, di fianco al lavandino. La mattina, guardandoci allo specchio, spesso non ci aggorgiamo di avere così vicino semplici strumenti di leggerezza e libertà.
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Krems, Austria - 2016 / C'è un elegante palazzo in stile liberty e un'insegna luminosa decisamente kitsch anni '80, con scritto "mode". Siamo un insieme di sovrappoosizioni spesso inseparabili.
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Reggio Emilia - 2016 / Ci sono due piccoli abeti dietro due tristi inferriate. Anche se a pochi metri di distanza talvolta siamo soli, ognuno rinchiuso nelle proprie prigioni.
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Piani di Bobbio - 2016 / Ci sono due sdraio su un prato, vuote, rivolte al paesaggio. Qualche minuto dopo la presenza di una coppia, pochi minuti prima dell'arrivo di un'altra. Ciascuna di esse guarderà i monti (e guarderà se stessa) con occhi e sentimenti diversi.
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Arezzo, Tortaia - 2016 / C'è un angolo di un quartiere popolare, piuttosto bruttino, che tuttavia in autunno si trasforma in una sorta di affascinante giardino giapponese. Ognuno, ogni cosa, si può trasformare, apparendo, in determinate condizioni, decisamente migliore.
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Toscana - 2016 /Ci sono decine e decine di adesivi, simboli di passaggio e d'appartenenza. Ognuno di noi vuole lasciare la propria firma nel mondo.
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San Fabiano, Arezzo - 2015 / C'è un muro diviso a metà, bianco e nero. La parte bianca è però invasa dal nero della muffa che sale dal basso; la parte nera, invece, dalla forza vitale di una pianta, che noncurante supera il "confine". Come Yin e Yang, tutto è nettamente diviso, ma tutto si compenetra.
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Mione, Carnia - 2015 / Ci sono tre zucche, davanti a un muro grigio e a una finestra anonima. Certe presenze, anche se piccole e discrete, possono dare calore. Un senso di casa, di terra, di vita.
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Zagabria - 2016 / C'è un telefono che volta le spalle alla città. Dev'esser bello telefonare da qui. Presto qualcuno lo toglierà, non ha più senso che ci sia. O forse sì, perchè ci ricorda il valore delle parole, di quante ce ne possono stare in un solo, ultimo gettone.
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Arezzo - 2016 / C'è una sola ruota, storta, in un porta biciclette deserto. Da mesi è li, nessuno la toglie, la incrocio ogni giorno. Oggetto ora inutile, è comunque ciò che resta di qualcosa che è stato: frammento incompleto e distorto di una storia vissuta, non ancora del tutto finita
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Chianalea, Calabria - 2013 / C'è un muro macchiato di tante sfumature di blu, a due passi dalla spiaggia. Probabilmente qui colorano le barche, ma mi piace pensarla diversamente: qui, mi dico, abita un artista che cerca da sempre di ricreare il colore del mare
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Arezzo - 2016 / C'è solo il bianco e il verde in questo angolo di giardino al tramonto. Non fiori sul geranio o sul prato, nessuna presenza sulla sedia. Tutto è attesa, e malinconia. Ma aspettare è una delle azioni più vive: qualcosa accadrà, qualcuno arriverà: finchè aspettiamo significa che ancora ne siamo certi.
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Cercivento, Carnia - 2015 / Ci sono tre porte chiuse da tempo, che iniziano ad assolvere ad altre funzioni. Dietro a ogni porta chiusa rimane sempre un vuoto da riempire
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Budapest - 2012 / Ci sono seggiole e poltrone di ogni genere e tipo, ed è affascinante. Il mondo è bello perchè è vario.
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Arezzo - 2016 / Ci sono mura solide, antiche, che sopravvivranno a noi. C'è l'ombra di un grande albero, maestoso, che sopravvivrà a noi. E poi, nell'angolo, c'è una pisciatina di un cane. Quella si asciugherà presto, non tutto è così durevole.
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Tirana, Albania - 2014 / Ci sono tre vetrine chiuse e una scritta: "Foto". Credo che la fotografia sia qualcosa di paragonabile al momento in cui le serrande, al mattino, vengono aperte: l'atto di schiudere agli occhi del mondo a un'idea, a un fatto, a un'emozione, a una sensibilità.